Fake news nel mondo: le bufale in digitale

Le fake news sono notizie false o cosiddette “bufale” che si diffondono online, e non, per incidere sul sapere di chi legge. La velocità con cui si diffondono le notizie e con cui si vogliono ottenere le risposte alimenta questo fenomeno di cui si parla sempre più spesso.

Le fake news nel mondo sono notizie false o cosiddette “bufale” che si diffondono online, e non, per incidere sul sapere di chi legge. Da quando internet è diventato il miglior modo per informarsi, queste “bufale” si diffondono in un batter d’occhio.

In realtà «esistono dalla notte dei tempi» – come spiega a Il Giornale Lorenzo Del Boca – « la Storia ne è piena, solo che una volta le chiamavamo balle.», ma oggi il fenomeno è doppiamente accentuato.

La velocità con cui si vogliono ottenere delle risposte e con la quale si diffondono le informazioni tramite i social rende più difficile circoscrivere le notizie vere da quelle false – non si devono confondere poi i diversi punti di vista spesso assimilati a fake news.
social network -fake news

Attribuire tutta la colpa di questa diffusione ai social è assolutamente sbagliato perché in compenso tutti gli utenti hanno una piattaforma su cui incanalare la propria ricerca per approfondirla ed evitare collegamenti sbagliati.

Questi stessi utenti hanno anche la possibilità di diffondere notizie in maniera facilissima: basti pensare a Twitter come il mezzo più usato per restare costantemente e in tempo reale informati su qualsiasi cosa.

FAKE NEWS IN UNO STUDIO DELLA STANFORD UNIVERSITY

Searching - fake news

Chi twitta crea informazione e se raggiunge il pubblico è notizia. In effetti ciò che una fake news provoca sull’individuo è difficoltà nel riconoscere la notizia vera distinguendola da quella falsa.

La Stanford University ha intrapreso uno studio a riguardo interrogando 7804 adolescenti chiedendogli di riconoscere una notizia falsa.

E’ emerso che l’80% di loro non è riuscita nell’intento. La Stanford è andata ben oltre questa affermazione.

Gli adolescenti giudicano la credibilità dei tweet in base a quanti dettagli contenevano e se fosse stata allegata una foto di grandi dimensioni, piuttosto che andare a domandarsi se la fonte fosse corretta.

Le fotografie che accompagnano le notizie non sono mai state così importanti come ora – si pensi solamente che i primi giornali non avevano neanche una foto.

Il problema è che le fake news nel mondo si potrebbero generare anche da una foto messa a testimonianza di una notizia non inerente alla stessa e fondare, perciò, una fonte non attendibile.

POSSIBILI SOLUZIONI?

Proprio per la complessità di questo tema si è parlato e si parla tuttora di possibili soluzioni a questo fenomeno.

C’è chi da la colpa ai vari social network o chi accusa l’algoritmo che seleziona le notizie o i contenuti. Per cui da un lato si pretende più privacy.

Dall’altro arrivano soluzioni come il “Red bottom”, servizio presentato dal Ministro Minniti contro le fake news, un bottone che da la possibilità di segnalare immediatamente le fake news alla polizia postale.

Gli utenti possono segnalare alla polizia postale una notizia che a loro parere non è veritiera passando poi alla seconda fase in cui la polizia deciderà se una notizia è palesemente falsa o no.

Le critiche non si sono fatte attendere e si sono incentrate sul paragone con il ministero della Verità di Orwell oppure si è parlato del bottone rosso come uno “strumento per zittire l’informazione scomoda” o censura di stato.

Tutto ciò porta ad una domanda interessante posta da Daniele Scalea in un articolo pubblicato su Il Foglio: « Davvero Internet sta cambiando il panorama dell’informazione,  portandoci da un passato fatto di notizie vere e accurate a un presente di bufale virali in cui non si distingue più il vero dal falso? ».

Il XXI secolo è il secolo delle post-verità, cioè “le circostanze in cui le credenze contano più dei fatti oggettivi” (Oxford Dictionary). Non è l’epoca delle bugie, ma di altre verità, in cui chi legge diffida a prescindere di ciò che è scritto e fa passare in secondo piano la verità.

La componente primaria ora è l’emotività che impedisce al lettore di raggiungere la verità in quanto tale. 

FONTI:

https://www.ilfoglio.it/cultura/2016/12/14/news/post-verita-censura-establishment-media-informazione-bufale-111043/
https://stacks.stanford.edu/file/druid:fv751yt5934/SHEG%20Evaluating%20Information%20Online.pdf
https://www.valigiablu.it/fake-news-facebook-media/

http://www.ilgiornaleditalia.org/news/primopiano/894297/Piano-anti-bufale—.html

 

 

La community di Diventa un Viaggiatore è qui per aiutarti ad aggiungere all’interno del tuo schema di vita la parola viaggiare.

Infatti viaggiare, che sia il tuo obiettivo di vita principale o che sia un tuo obiettivo secondario, è una delle cose più belle e stimolanti che possiamo fare nella nostra vita.

Ed il primo passo verso la realizzazione di questo grande obiettivo è quello di scaricare il corso 100% gratuito “Da zero a viaggiatore esperto”, che ti insegna tutti i TRUCCHI CHE TI CONSENTIRANNO DI VIAGGIARE A COSTO ZERO.

SCARICALO ADESSO non perdere altro tempo 😉

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui